Il pubblico ministero fa un'offerta a sorpresa nel processo per frode in Vaticano

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Immagine del file delle Guardie Svizzere Vaticane. (AP)

Un procuratore del Vaticano ha offerto martedì di riavviare sostanzialmente la sua indagine per frode e corruzione nell'investimento di 350 milioni di euro (406,1 milioni di dollari) della Santa Sede in una proprietà londinese per porre rimedio a problemi procedurali che la difesa ha affermato essere così gravi da dover annullare l'atto d'accusa.

Il pm Alessandro Diddi ha proposto a sorpresa di ritirare tutte le prove e di interrogare nuovamente gli indagati all'inizio della seconda udienza del processo apertosi a luglio.

Diddi ha affermato che il suo ufficio ha sempre agito per garantire il rispetto dei diritti degli accusati e ha definito la sua proposta un “buon senso” modo per affrontare le obiezioni della difesa.

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Gli avvocati dei 10 imputati hanno accusato l'ufficio di Diddi di aver nascosto loro prove chiave e di non aver interrogato i sospetti durante la fase investigativa su tutte le accuse che sono finite nell'atto d'accusa. Sostengono che questi e altri presunti errori procedurali dovrebbero far ritirare l'intera accusa.

Gli avvocati sostengono che tali errori violano le procedure vaticane e danneggiano la loro capacità di allestire una difesa.

I pubblici ministeri non hanno rispettato le scadenze per rendere disponibili tutte le prove e non hanno rispettato l'ordine del 29 luglio di consegnare gli interrogatori videoregistrati del sospetto diventato testimone chiave del caso, monsignor Alberto Perlasca.

Un tre -Il tribunale del giudice prevede di emettere un'ordinanza mercoledì mattina per pronunciarsi sull'offerta di Diddi di sospendere il processo in modo che gli indagati possano essere interrogati, ha affermato il presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone.

Il processo riguarda l'investimento della Santa Sede nel 2013 in un'impresa immobiliare londinese che ha perso al Vaticano decine di milioni di euro, in gran parte donazioni dei fedeli che sono state spese per compensi agli intermediari italiani.

I pubblici ministeri hanno accusato gli intermediari di frode alla Santa Sede e diversi funzionari vaticani di abuso d'ufficio, corruzione e altre accuse.

Perlasca, che dirigeva l'ufficio amministrativo della Segreteria di Stato, era il funzionario vaticano più intimamente coinvolto nell'affare di Londra. Originariamente era un sospettato chiave da quando ha firmato i contratti con i broker.

Ma dopo il suo interrogatorio iniziale, ha licenziato il suo avvocato e apparentemente ha iniziato a collaborare con i pubblici ministeri. Le informazioni dei suoi successivi interrogatori sono state così importanti per il caso dell'accusa che gli hanno risparmiato l'incriminazione e hanno costituito la base di diverse accuse contro i 10 imputati.

Un interrogatorio ha portato a un'accusa di manomissione dei testimoni contro il cardinale Angelo Becciu, l'unico cardinale sotto processo.
La difesa ha visto solo un riassunto del resoconto di Perlasca, non gli interrogatori completi, e il team legale di Becciu ha appreso dell'accusa di manomissione dei testimoni solo quando l'atto d'accusa è stato depositato il 3 luglio.

Le procedure vaticane richiedono che i sospettati siano autorizzati a rispondere alle accuse prima dell'inizio del processo.

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