Vaccini Covid-19: quali informazioni cercano online gli italiani

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L'argomento dei vaccini Covid-19 resta uno dei più scottanti ed attuali: senza un'efficace campagna di vaccinazione non si può infatti pensare di uscire dall'emergenza sanitaria. In questi mesi l'informazione diffusa in Rete sull'argomento ha avuto un ruolo determinante per far sì che l'opinione pubblica ne comprenda sino in fondo l'importanza. Al tempo stesso non sono mancate notizie false che hanno contribuito a generare confusione.

L'ultima ricerca di Semrush (piattaforma Saas per la gestione della visibilità online) mette però in evidenza un atteggiamento più attivo degli utenti italiani: non più solo succubi della mole di informazioni diffuse da social, siti e feed di notizie, ma direttamente impegnati a trovare in prima persona le informazioni per maturare autonomamente la propria opinione.

Come sottolinea Fernando Angulo, responsabile della comunicazione di Semrush:

Molte di queste ricerche sono state fatte per approfondire fatti di cronaca, come la sospensione di un determinato vaccino, ma ce ne sono moltissime che vengono fatte in risposta a notizie lette sui social che sembrano essere di dubbia attendibilità. Un comportamento che dimostra una maggior maturità nell’utilizzo della rete e, in particolare, dei social, e un desiderio di ricercare informazioni veramente affidabili per costruirsi una propria opinione su tematiche importanti e restare sempre aggiornati.

CASO ASTRAZENECA, EFFETTI INDESIDERATI PFIZER E ARRIVO J&J

Partendo dalla premessa che le ricerche sui vaccini Covid-19 sono aumentate in maniera esponenziale da settembre 2020, è interessante dare uno sguardo alle chiavi di ricerca più utilizzate. Alcuni dati non sorprendono visto che riguardano vicende di cronaca che hanno avuto una grande eco mediatica: ad esempio il vaccino di Astrazeneca (il nome proprio del vaccino è Vaxzevria) e i decessi per trombosi.

Le ricerche con la chiave "vaccino Astrazeneca" sono aumentate di oltre l'86.300% negli ultimi sei mesi. Dopo le dovute indagini, l'EMA non ha escluso le possibili correlazioni tra il vaccino e gli episodi di trombosi, ma ha sottolineato che si tratta di episodi molto rari e che nella fascia di età sopra i 60 anni i benefici sono inferiori ai rischi. Prima ancora del giudizio dell'EMA e poi dell'AIFA, i social avevano già fatto rimbalzare in rete notizie sul legame certo tra vaccino AZ ed effetti indesiderati gravi – non senza dare in pasto al pubblico informazioni spesse decontestualizzate (es. il numero di casi senza citare il numero delle vaccinazioni totali).

Stando ai dai dati diffusi da Semrush, gli italiani però non si sono fatti passivamente condizionare dai social, ma si sono mossi per trovare le informazioni rilevanti (studi scientifici, pareri dei medici e dei virologi). Questo atteggiamento – non di rifiuto del vaccino AZ, ma di una maggiore richiesta di informazioni – è stato confermato dal Ministro Speranza nella conferenza stampa del 16 aprile scorso – in tutto questo c'è da sottolineare che anche la nuova raccomandazione sull'utilizzo per gli over 60 ha contribuito a fare chiarezza.


Indubbiamente il tema degli effetti indesiderati dei vaccini resta uno dei più cercati in rete, e non solo per quanto riguarda il siero di Astrazeneca. Nonostante il grande clamore mediatico, emerge infatti che la chiave di ricerca "effetti collaterali" (applicata al nome del vaccino) è stata usata più per Pfizer che per Astrazeneca, più nel dettaglio:

  • effetti collaterali Pfizer: circa 13.200 ricerche al mese
  • effetti collaterali Astrazeneca: quasi 12.600 ricerche al mese
  • effetti collaterali Moderna: 4.700 al mese

Altro argomento molto cliccato riguarda il vaccino Johnson & Johnson, l'ultimo in ordine di tempo ad essere stato approvato per l'uso in Europa (e Italia). A febbraio il numero di utenti che ha effettuato ricerche sull'argomento è aumentato di circa il 251%: da 2.110 digitazioni mensili di gennaio a 7.400. Gli utenti si sono dimostrati particolarmente interessati al "funzionamento" (la chiave è stata usata in media 11.600 volte, +455% rispetto a gennaio) visto che si tratta di un vaccino monodose e all'"efficacia" (ricerche aumentate del +252% rispetto a gennaio). Mancano ancora i dati sulle ricerche legate al blocco (per i casi di trombosi simili a quelli ricondotti al vaccino AZ) e alla successiva autorizzazione del vaccino in Europa, ma è facile immaginare che anche questa vicenda abbia contribuito a far aumentare la voglia di saperne di più interrogando la Rete.

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