Roku come i colossi dello streaming: scommette sui contenuti originali

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Roku prova a farsi strada nell'affollato mercato delle piattaforme di streaming, utilizzando quella che da molti è considerata l'arma migliore per emergere, ovvero la capacità di proporre contenuti originali. Avere una propria identità e un'offerta esclusiva sono infatti elementi essenziali anche per i colossi del calibro di Netflix, Amazon, Sky e Disney+. Se l'approccio di Roku sulla carta è perfettamente condivisibile, in concreto la soluzione scelta per il momento non convince del tutto.

I primi contenuti originali che Roku offre tramite i suoi Roku Channel a partire da oggi non sono altro che l'eredità del defunto servizio di Quibi, arrivato sul mercato ad aprile dello scorso anno e giunto al capolinea dopo soli sei mesi. Roku ha comprato gran parte del pacchetto di programmi originali di Quibi per meno di 100 milioni di dollari all'inizio dell'anno e ora li sta offrendo gratuitamente, inizialmente solo nel Regno Unito.

Anche se questi contenuti possono fregiarsi di importanti nomi di Hollywood – tra cui Anna Kendrick, Chrissy Teigen, Lena Waithe, Idris Elba, Kevin Hart e Liam Hemsworth – viene naturale chiedersi come la stessa offerta che non ha permesso a Quibi di sopravvivere possa essere ora maggiormente apprezzata semplicemente cambiando nome – Roku Originals – e piattaforma.

Roku garantisce che questo non è che l'inizio e che già a partire da maggio comunicherà ulteriori dettagli sul futuro dei suoi Roku Originals.

Roku Originals ? l’etichetta dei contenuti originali trasmessi tramite i Roku Channel

Per ora l'azienda si limita a fare riferimento a oltre 75 contenuti originali che arriveranno entro la fine dell'anno. Si ricorda che si può accedere ai Roku Channel in mercati e con dispositivi limitati: la Roku TV Hisense e i dispositivi NOW e Sky Q. Anche questo è un aspetto che penalizza Roku rispetto ai leader del segmento che possono contare su una presenza molto più capillare (sia per quanto riguarda i mercati, sia per i dispositivi supportati).

A questo si devono poi aggiungere le difficoltà che i gestori delle piattaforme di streaming (così come anche l'industria cinematografica) stanno incontrando nella produzione di contenuti originali, visto il particolare momento storico caratterizzato dalla pandemia. Per rendere l'idea, Netflix nella comunicazione degli ultimi risultati finanziari ha previsto che i primi segnali di una ripresa della produzione di contenuti originali si avranno non prima della seconda metà dell'anno; nel frattempo mette in conto ulteriori mesi in cui la crescita del numero di iscritti rallenterà.

In breve, un concorrente in più non può che far bene al mercato dello streaming, si spera solo che i Roku Originals non facciano la fine di Quibi e che, in caso di successo, non restino confinati in un ristretto numero di mercati.

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