Olocausto: Se non ci sono Testimoni più

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E ‘ una Corsa contro il Tempo. Presto, gli ultimi Sopravvissuti della Shoa la loro Storia in più da raccontare. La Lotta, che un Ricordo senza precedenti per Reati comunque rimanere svegli.

Éva Fahidi, 93, è uno degli ultimi Sopravvissuti di Auschwitz. Qui intende 2015, insieme alla Cancelliera tedesca Angela Merkel (a sinistra) della Liberazione del Campo di concentramento

Il suo Silenzio è durato 59 Anni.

59 Anni, nessuna Parola sul Fumo nei forni Crematori in Cielo salgono visto. 59 Anni, non una Parola sulle Stretta, la Sete, l’eco di quell’urlo, che da settimane ha dovuto sopportare.

59 Anni, non una Parola su Auschwitz.

Quindi si decide di Éva Fahidi, soprattutto, ancora una volta, di sospendere. Il 1. Luglio 2003, va indietro. Da allora, non può smettere di Auschwitz parlare. Prima di tutto, perché si intenda garantire che questo Inferno sulla Terra mai Dimenticata.

Il Cancello di ingresso al campo di Concentramento di Auschwitz: Éva Fahidi e la sua Famiglia sono stati 1944 qui deportati

Due di Vita di un prima, un dopo Auschwitz

La Gendarmeria ungherese prende Éva Fahidi e la sua Famiglia nel mese di Aprile 1944, per Conto dei Nazisti tedeschi di specificare, nel campo di Concentramento di Auschwitz-Birkenau deportati. Fahidis Madre e la Sorella sono gasato, suo Padre muore in campo. Stesso deve essere Zwangsarbeiterin per un tedesco Sprengstoffwerk faticare. Nel 1945 viene una Marcia spedito, sopravvive, può fuggire.

Oggi, dice l’Ungherese Fahidi, che due Vite, una prima di Auschwitz, un dopo. Il Tempo tra questi due può Vivere a lungo non parlare. Nel frattempo, fa di esso per più di frequente: nelle Scuole, nelle Manifestazioni, nel Parlamento del land della Turingia.

Perché? “Altrimenti sarei un pazzo.”

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Su Auschwitz a parlare è una Salvezza

Sul piccolo Palco a Berlino si siede Éva Fahidi in posizione verticale, un rosa pallido Scialle intorno alle Spalle avvolgeva, le Unghie sono verniciato nello stesso Colore. Perché il Memoriale della Resistenza Tedesca una Mostra dedicata, ha il viaggio da Budapest su di sé.

Se si Fahidi ascolta, si deve ridere perché così può dire, un bel Scherzo spruzzato. E, contemporaneamente, le Lacrime runterschlucken, sempre se si Auschwitz ricordato l’Orrore che ha vissuto. Auschwitz chiama Fahidi il Trauma: “Per me, è davvero una Salvezza che ora io ne può parlare molto, come me vuole solo”, dice.

“Abbiamo bisogno di Fede e di vita, che non è ancora accaduto di nuovo”

Éva Fahidi, 93 Anni, è una delle ultime Superstiti della Shoah. Cosa succede quando si e gli altri si ricordano ancora, non ci sono più? Fahidi vuole credere che il Ricordo comunque rimanere sveglio. “Non può essere, ancora una volta, e non può ancora accadere.” Si ha Fede.

“Poi sono i Libri, poi sono i Documenti. Qualcosa deve rimanere assolutamente. Rimangono i luoghi del ricordo, il necessario…”, Fahidi fa una piccola Pausa, riflette: “deve agire”.

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“Questo non può ancora succedere”

A Berlino parla Fahidi anche da loro Ritorno ad Auschwitz. Proprio il Giorno di 59 Anni, dopo che con la sua Famiglia lì deportati era stato. Da allora è regolarmente in quanto, parla anche di fronte a Gruppi di Jugendbegegnungsstätte in Oswiecim, polacco di Auschwitz.

Leszek Szuster, il Direttore Internazionale Jugendbegegnungsstätte in Oświęcim, è il primo Referente per i Testimoni di come Éva Fahidi, se siete qui. Negli Anni sia diventato sempre meno. “A 33 Anni della nostra Esistenza, ci riunivamo con 50 Auschwitz Sopravvissuto a stretto Contatto”, dice Szuster. Ora sarebbero solo quattro o cinque, per i Gruppi, raccontare le loro Esperienze di parlare. Molti sono morti.

Szuster è consapevole che il Tempo corre. Con i pochi Sopravvissuti si parla regolarmente, per la maggior quantità possibile di assorbire e le loro Storie di condividere: “parla quasi ogni giorno, Zofia Posmysz verso le Ore 23, i Colloqui durano sempre un’Eternità”, dice Szuster.

Comunque: “la Relazione di un Testimone veniamo mai avvicinato.”

Leszek Szuster imposta posso assicurare che la Memoria della Shoah non si spegne

Per questo film fin d’ora per l’Incontro di Sopravvissuti con i giovani per il Periodo successivo. E si organizzano Workshop, raccontare, quindi, per Esempio, che cosa Zofia Posmysz è successo. Si è stato di 18 Anni a Cracovia arrestato, come Volantini distribuiti, e in un campo di CONCENTRAMENTO di Auschwitz-Birkenau rapiti. Szuster vuole stimolare i Giovani: Auschwitz, di raccontare la Storia, per i Pericoli di oggi ammonire l’Antisemitismo, il Populismo, l’Odio contro i Rifugiati.

Egli teme “che durante l’ 80. Anniversario della Liberazione di Auschwitz, probabilmente, nessuno è più fra di noi, di tutto ciò che ha vissuto.” Sì, egli si faccia già Preoccupato, dice. Il Colloquio con i Testimoni che i Giovani sempre il Culmine della Visita, ancora di più, come le Visite guidate, l’ex campo di Sterminio.

Lettere per non Dimenticare

Quasi 1000 Chilometri più a ovest, nel nord reno-Westfalia, ha un Gruppo di giovani Volontari in una Corsa contro il Tempo per il Compito. “Zweitzeugen” alleviare Sopravvissuti. Molti sono anche troppo debole per, prima ancora di gruppi di Studenti di parlare. Andare nelle Scuole, la Storia dei Testimoni di più per assicurare che il loro Destino con la sua Morte, non si spegne. Alla Fine di quella Conversazione sono sempre “Lettere per non Dimenticare”. Poiché la “Zweitzeugen” possibilmente personalmente raccontare, per non parlare della Signora de Vries e Signore Pluznik, ma di Erna e Siegmund. Da questa Vicinanza del tu, come molti Studenti, i Sopravvissuti di lui le loro Lettere, come qui:

Amore Erna,

io trovo incredibile come hai potuto sopravvivere. Tu sei con 15 in un Magazzino venuto. E tu sei ad Auschwitz venuto. Tu sei la causa di una Malattia è quasi morto e non hai ancora sopravvive (incomprensibile). Penso che sia un peccato che qualcuno al tuo 20. Il compleanno di tuo Pane ha rubato.

Tanti Saluti,

Meiko (11)

o:

Caro Sigmund,

anche se tu questa Lettera non è più in grado di leggerli, spero che tu sai che molte Persone, la tua Storia, la tua gratitudine, che con noi condivide. La tua Storia è commovente. Io t’avrei personalmente conosciuto.

Simon (14)

I social Network come Luogo della Memoria

La grande Domanda “che Cosa viene dopo?” anche cercare altre Risposte. Per Esempio, il Memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme. Il Museo dell’Olocausto punta sui social Media. Informazioni sulle quattro dei sei Milioni di Vittime della Shoa online sono archiviati in un Database. Chi con Nome e Paese d’origine accede, si ottiene una delle Vittime è assegnato e il suo Immagine e Storia poi su Twitter o Facebook condividi. Un breve Click come Mezzo per non Dimenticare.

Nel Jewish Heritage Museum raccontare Avatar suoi Ricordi dell’Olocausto

A New York si tiene la Jewish Heritage Museum due Sopravvissuti all’Olocausto come Avatar virtuale alla Vita. I due Testimoni hanno risposto a Centinaia di Domande, e fecero di questo film. I visitatori di un museo, è possibile visualizzare gli Avatar sul tuo Passato interrogare che cosa esattamente le risposte, decide di un Algoritmo. Digitali possono essere Testimoni di una Corsa contro il Tempo per fermare? Almeno per una Parte della Conversazione con un Superstite di Carne e di Sangue sostituire?

“Sono aperto a Sperimentazioni”

Leszek Szuster dice, “più ampia è la Scelta migliore”. Con Avatar passerò alcun Limite. La Memoria della Shoah non dovrebbe Disneyland. Ma: “Se i Fatti sono corretti e la Storia dei Sopravvissuti autentico viene detto, poi mi sono aperto per la Sperimentazione.”

Molto controverso trova Szuster Kunstaktionen come la polacca Konzeptkünstlers Zbigniew Libera, alcuni Anni fa, il campo di CONCENTRAMENTO di Auschwitz con mattoncini Lego meteorite: “Un Luogo di Distruzione come un Giocattolo può portare a Incomprensioni, a prescindere dalle Intenzioni dell’Artista.”

Torna a Berlino, sul piccolo Palco di Éva Fahidi. L’Olocausto è una tremenda Scossa per l’Umanità, dice. E: L’Uomo avrebbe forse si rese pienamente conto, “se non ci sono più”. Il “dopo” potrebbe, dunque, anche un nuovo Tipo di Memoria si annunciano, in cui, come Fahidi si esprime, speriamo che tutte le Persone si rendono conto che “partecipare”.