
C'è chi è passato alla storia per aver smarrito in un bar il prototipo di un iPhone e chi potrebbe essere ricordato per aver perso di vista (temporaneamente) una chiavetta USB con i preziosi dati personali di quasi mezzo milione di persone.
AMARO RISVEGLIO, RITROVAMENTO DOPO TRE GIORNI
È avvenuto in Giappone ed il responsabile è un 40enne che martedì scorso, dopo aver passato la serata a bere in un locale, si è addormentato per strada, rendendosi conto al risveglio di non avere più con sé la borsa contenente la chiavetta con i dati personali dei 465.177 cittadini di Amagasaki.
Perché l'uomo portasse con sé quelle informazioni è presto detto: l'azienda per cui lavora, BIPROGY, è stata incaricata dall'amministrazione locale di accertare chi avesse diritto a delle agevolazioni fiscali. Il dipendente ha trasferito i dati dai sistemi informatici del Comune alla chiavetta per continuare il lavoro nell'ufficio della sua azienda, senza peraltro essere autorizzato a farlo. Non erano dati di secondo piano visto che comprendevano date di nascita, indirizzi, numeri dei conti bancarie e altre informazioni fiscali.
C'è di buono che i dati erano crittografati e che tre giorni dopo la chiavetta è stata ritrovata, ma ciò non cancella la gravità di una vicenda che ha costretto l'Azienda a porgere le scuse all'intera cittadinanza con un comunicato in cui si legge:
ci scusiamo profondamente con i cittadini e la città di Amagasaki e con tutti coloro che sono preoccupati per il disagio causato dalla perdita di importanti informazioni a noi affidate.
L'incidente è stato confermato giovedì scorso e nello stesso giorno il Comune ha ricevuto oltre 30.000 chiamate di cittadini infuriati per l'accaduto. Il giorno successivo la periferica di archiviazione e la borsa sono state ritrovate dal dipendente nei pressi di un condominio vicino al quale ricordava vagamente di essere passato nella sera della sbornia. Il Comune sta comunque valutando se i dati sono stati compromessi.
È palese che nel caso specifico l'eventuale esposizione dei dati personali non dipenda da alcun attacco hacker, ma da un semplice e banale errore umano. Al di là dello spiacevole episodio dell'ubriacatura, uno degli anelli deboli di tutta la vicenda sta nella possibilità che il dipendente ha avuto di copiare una quantità così rilevante di dati personali dai sistemi informatici del Comune portandoli con sé su una chiavetta USB.
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