Sono tre gli obiettivi principali del Recovery Plan, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato ieri alla Camera da Mario Draghi e che proseguirà oggi con il passaggio al Senato: (1) riparare i danni economici e sociali causati della crisi pandemica, (2) porre rimedio a disparità di genere, basso investimento di capitale umano e fisico, disparità territoriale e (3) una compiuta rivoluzione ecologica.
Un piano articolato in progetti di investimento e riforme che andrà consegnato entro il 30 aprile a Bruxelles e che sarà un punto di partenza per Governo e Parlamento che dovranno produrre 11 provvedimenti legislativi, tra decreti, riforme e deleghe, da maggio alla fine dell'anno.
Tra le cause del deludente andamento della produttività, secondo quanto affermato da Draghi, c’è l’incapacità di cogliere le molte opportunità legate alla rivoluzione digitale. Questo ritardo è dovuto sia alla mancanza di infrastrutture adeguate, sia alla struttura del tessuto produttivo oltre che ad una scarsa familiarità con le tecnologie digitali da parte del settore pubblico.
- LA PRIMA MISSIONE DEL RECOVERY PLAN
- TRASFORMAZIONE DIGITALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
- APPROCCIO 'CLOUD FIRST' PER LA PA
- PIATTAFORMA NAZIONALE DATI
- MIGLIORARE I SERVIZI DIGITALI OFFERTI AI CITTADINI
- SICUREZZA E COMPETENZE DIGITALI
- LE ALTRE MISSIONI
LA PRIMA MISSIONE DEL RECOVERY PLAN
Uno dei pilastri del Recovery Plan, che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU) da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea, è rappresentato dalla sua prima missione: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura. Questa missione ha il compito di promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese riducendo i divari strutturali di competitività, produttività e digitalizzazione. Per raggiungere questi obiettivi saranno stanziate risorse per circa 50 miliardi di euro, di cui 41 finanziati con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano.
Le linee di intervento in questa missione, oltre che in una strategia di interventi ordinamentali, si sviluppano su tre componenti progettuali:
- La Componente 1 della Missione ha l’obiettivo di trasformare in profondità la Pubblica Amministrazione attraverso una strategia centrata sulla digitalizzazione.
- La Componente 2 ha l’obiettivo di promuovere l’innovazione e la digitalizzazione del sistema produttivo.
- La Componente 3 ha l’obiettivo di rilanciare i settori economici della cultura e del turismo.
TRASFORMAZIONE DIGITALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
La prima Componente è quella che gioca un ruolo chiave e prevede interventi tecnologici ad ampio spettro accompagnati da riforme strutturali supportando la migrazione al cloud delle amministrazioni centrali e locali, garantendo la piena interoperabilità tra i dati delle amministrazioni, digitalizzando le procedure e i processi interni, offrendo servizi digitali ai cittadini, migliorandone le competenze e rafforzando le difese in materia di sicurezza informatica.
Il compito principale della trasformazione digitale della PA, ancora in notevole ritardo in Italia, è quello di cambiare architettura e modalità di interconnessione tra le basi dati delle amministrazioni con l'obiettivo di un accesso ai servizi basato sul principio “once only”, facendo sì che le informazioni sui cittadini siano a disposizione “una volta per tutte” per le amministrazioni in modo immediato, semplice ed efficace.
APPROCCIO ‘CLOUD FIRST’ PER LA PA
La trasformazione digitale della PA segue un approccio “cloud first”, orientato alla migrazione dei dati e degli applicativi informatici delle singole amministrazioni verso un ambiente cloud, ed attuata secondo due modelli complementari: le amministrazioni centrali potranno migrare sul Polo Strategico Nazionale – PSN, una nuova infrastruttura cloud dedicata (completamente “privata” o “ibrida”), localizzata sul territorio nazionale e all’avanguardia in prestazioni e sicurezza, oppure migrare sul cloud “public” di uno tra gli operatori di mercato precedentemente certificati.
Per accompagnare la migrazione della PA al cloud centrale fornito dal Polo Strategico Nazionale è previsto un programma di supporto e incentivo. In una logica di vera e propria “migration as a service” si aiuteranno le amministrazioni nella fase di analisi tecnica e di definizione delle priorità. Un team dedicato sarà incaricato di censire e certificare i fornitori idonei per ogni attività della trasformazione e, successivamente, di predisporre “pacchetti”/moduli standard di supporto.
PIATTAFORMA NAZIONALE DATI
La piena interoperabilità dei dati nella PA sarà resa possibile grazie alla creazione della “Piattaforma Nazionale Dati” che offrirà alle amministrazioni un catalogo centrale di “connettori automatici” (le cosiddette “API” – Application Programming Interface) consultabili e accessibili tramite un servizio dedicato, in un contesto integralmente conforme alle leggi europee sulla privacy, evitando così al cittadino di dover fornire più volte la stessa informazione a diverse amministrazioni.
La realizzazione di questa piattaforma sarà accompagnata da un progetto finalizzato a garantire la piena partecipazione dell’Italia all’iniziativa Europea del Single Digital Gateway – unico punto di accesso alle informazioni sulle regole vigenti a livello nazionale ed europeo in materia di impresa, lavoro, istruzione, salute e tassazione -, che consentirà l’armonizzazione tra tutti gli Stati Membri e la completa digitalizzazione di un insieme di procedure/servizi di particolare rilevanza (ad es. richiesta del certificato di nascita, ecc.).
MIGLIORARE I SERVIZI DIGITALI OFFERTI AI CITTADINI
A tutto quanto detto saranno affiancati investimenti mirati a migliorare i servizi digitali offerti ai cittadini rafforzando l’adozione delle piattaforme nazionali di servizio digitale, incrementando la diffusione di PagoPA e della app “IO”. Verranno anche introdotti nuovi servizi, come ad esempio la piattaforma unica di notifiche digitali (che permetterà di inviare notifiche con valore legale in modo interamente digitale, rendendo le notifiche più sicure e meno costose), e saranno sviluppate sperimentazioni in ambito mobilità (Mobility as a Service) per migliorare l’efficienza dei sistemi di trasporto urbano. C'è spazio anche per la mobilità sostenibile e le auto elettriche.
Inoltre, verrà rafforzato il sistema di identità digitale che, partendo da SPID e CIE, convergerà verso una soluzione integrata e sempre più semplice per gli utenti. Previsto, infine, anche un intervento organico per migliorare l'esperienza d'uso dei servizi digitali e la loro l’accessibilità “per tutti”, armonizzando le pratiche di tutte le pubbliche amministrazioni verso standard comuni di qualità (ad es. funzionalità e navigabilità dei siti web e di altri canali digitali).
SICUREZZA E COMPETENZE DIGITALI
Ovviamente, la digitalizzazione aumenta complessivamente il livello di vulnerabilità della società da minacce sulla sicurezza. A tal proposito, la trasformazione digitale della PA contiene importanti misure di investimenti per il rafforzamento delle difese informatiche, a partire dalla piena attuazione della disciplina in materia di “Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica”. Tutto verrà svolto in pieno raccordo con le iniziative Europee e alleate.
Gli sforzi di trasformazione digitale di infrastrutture e servizi descritti sono accompagnati da interventi di supporto alle competenze digitali dei cittadini, per "garantire un sostegno robusto e pervasivo al compimento del percorso di alfabetizzazione digitale del Paese". In questo ambito il PNRR nel suo complesso prevede diverse linee di azione, tra loro sinergiche, che coprono tutti gli snodi del percorso educativo.
Gli interventi mirano a supportare le fasce della popolazione a maggior rischio di subire le conseguenze del digital divide. Oltre alle misure più tradizionali fornite dalle piattaforme educative, di istruzione e di supporto all’inserimento nel mondo del lavoro, con il PNRR si vuole rafforzare il network territoriale di supporto digitale e il Servizio Civile Digitale, attraverso il reclutamento di diverse migliaia di giovani che aiutino circa un milione di utenti ad acquisire competenze digitali di base.
LE ALTRE MISSIONI
La trasformazione digitale, ovviamente, non è l'unico obiettivo del Recovery Plan. Il rafforzamento della digitalizzazione e la spinta all’innovazione devono essere realizzati in maniera sinergica tra settori e aree di intervento.
Interventi ci saranno anche in materia di agricoltura sostenibile, economia circolare, transizione energetica, mobilità sostenibile, efficienza energetica degli edifici, risorse idriche e inquinamento, tutti argomenti interessati dalla seconda missione, "Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica".
La Missione 3 dispone invece una serie di investimenti finalizzati allo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa con interventi per la digitalizzazione del sistema della logistica, per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti, e misure per innalzare la competitività, capacità e produttività dei porti italiani.
Le iniziative messe in atto per migliorare le competenze digitali dei cittadini sono descritte nella Missione 4 relativa a Istruzione e Ricerca, una serie di progetti proposti che intendono rafforzare il sistema educativo lungo tutto il percorso di istruzione con un forte sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico.
La Missione 5 e 6 vanno ad interessare, rispettivamente, le politiche attive del lavoro e della formazione e la Salute, un settore critico che ha affrontato sfide di portata storica nell’ultimo anno a causa della pandemia. Relativamente a questa missione, l'obiettivo del Recovery Plan è quello di modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario per garantire un equo accesso a cure efficaci e per il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
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