Amazon ha tentato di costringere Ecobee a passarle i dati personali degli utenti

Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, Amazon avrebbe tentato di sfruttare la propria posizione dominante all'interno del settore e-commerce per costringere Ecobee, marchio che produce prodotti per la smart home, a raccogliere per suo conto i dati personali degli utenti: in gioco ci sarebbe stata la possibilità, per il marchio, di vendere tramite il portale.

Al momento, va rilevato, i dispositivi di Ecobee sono regolarmente acquistabili su Amazon, ma stando a ciò che riferisce il Wall Street Journal il negoziato tra le due aziende sarebbe ancora in corso. Il colosso di Jeff Bezos, in sede di trattativa, avrebbe quindi fatto pressione per ricevere da Ecobee i dati raccolti dai termostati intelligenti che lavorano sfruttando Alexa, pena l'esclusione dallo store. Ecobee però al momento avrebbe fatto muro, replicando che uno scenario simile configurerebbe una violazione della privacy, e non approvando l'idea che i propri prodotti debbano riferire costantemente ad Amazon dati relativi allo stato dell'abitazione degli utenti, incluse le informazioni relative alle porte sbloccate e a quelle bloccate.

Ecobee3 Lite, uno dei termostati intelligenti del catalogo Ecobee

Oltretutto, dal punto di vista di Ecobee c'è una ragione addizionale per non piegarsi alla richiesta di Amazon, al di là del non tradire la fiducia dell'utenza: il gigante dell'e-commerce infatti potrebbe avere interesse ad acquisire i dati anche per sviluppare prodotti analoghi, un'ipotesi che sul lungo periodo potrebbe finire per danneggiare l'azienda ben più che un'esclusione dalla vetrina di Amazon, cancellandola dal mercato.

D'altra parte, è possibile ipotizzare che in generale Amazon sia infastidita dalla possibile ascesa di terminali per la smart home che si appoggiano su Alexa dribblando però la condivisione dei dati, e dunque lasciando il gigante di Bezos a bocca asciutta.

Il caso Ecobee è emblematico di un problema diffuso, stratificato e ramificato nel rapporto tra Amazon e le terze parti, le cui pratiche non a caso hanno attirato l'attenzione dell'antitrust anche in Europa. Non solo Amazon esercita il proprio potere in prima battuta, per consentire l'ingresso dei prodotti nella vetrina del proprio e-store, ma secondo la Commissione Europea che sta indagando sul tema trarrebbe vantaggio dall'analisi dei dati dei venditori terzi operanti sulla piattaforma traendo informazioni utili a favorire poi i propri prodotti.

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