AllInfo

La politica divide Cristiani e Musulmani in Nazareth

Religione

La politica divide Cristiani e Musulmani in Nazareth

Nazareth è per la sua Storia cristiana, ma oggi la Città è in Israele, a maggioranza musulmana. Da un controverso Sindaco, crescono le Tensioni tra Musulmani e Cristiani.

Manifesti elettorali a Nazareth

Fino a pochi Mesi fa erano Ramez Jaraisi e Ali Salam gli Amici più stretti. Cristiano, il Sindaco e il suo musulmane Sostituto lavorato con successo in Cima alla loro Città. Le loro diverse Religioni hanno giocato alcun Ruolo.

Ma quando due Elezioni nel mese di Ottobre 2013 contro donne che conosceva, ha cambiato l’. Dopo un Testa a Testa Gara, solo poche Voci si separarono, vennero Accuse di brogli elettorali. Israele, il Procuratore generale ha ordinato nuove Elezioni nel mese di Marzo si svolgevano e le Ali Salam ha vinto.

“Nessun Senso Di Appartenenza”

Sul Mercato della Città, dicono i Commercianti che tutte le Voci e negativi delle campagne Elettorali vostra Attività incidevano. “E non è andata così bene, e l’Atmosfera era tesa”, dice Mohammed, Titolare di un Damenbekleidungsgeschäfts. All’altra Estremità della Strada, spiega un altro Negoziante, che la maggior parte delle Persone di Religione non importa. Ma la Scelta l’ho Agitazione preoccupato: “credo che la Religione è Politica. A Nazaret, viene strumentalizzata dai Politici. Si vuole in Parlamento o in un altro ad alta Voce creando Conflitti tra
Cristiani, Musulmani e anche gli Ebrei improvvisare.”

Nazareth è oggi una doppia Città

La campagna Elettorale è andato lungo la Glaubensgrenzen. Come lo Stato di Israele nel 1948, è stato Nazareth è una Città cristiana. I musulmani di Rifugiati provenienti da Villaggi vicini hanno cambiato la Struttura demografica, e le alte Geburtsraten all’interno della Comunità musulmana, hanno fatto sì che ormai il 70 per Cento degli Abitanti sono Musulmani.

“Quando ero più giovane, non abbiamo Musulmani o Cristiani parlato”, ricorda Adib Hazzan, Membro greco-ortodossa Comune di Nazareth. “Ora è la Città più grande. Ci sono alcuni Sobborghi, dove solo i Musulmani che abitano. I Giovani vanno lì, nelle loro Scuole, e di adottare nella vita Quotidiana non Cristiani.” Tali Condizioni sarebbe “nessun senso di appartenenza promuovere”.

Un Cuneo tra Cristiani e Musulmani?

Una recente Legge del Governo israeliano afferma che israeliani Cristiani ufficialmente non “Arabi” sono più. Inoltre, c’è la Proposta che il servizio Militare in Israele, non solo per gli Ebrei, ma anche per i Cristiani, dovrà essere obbligatoria. Finora erano, esattamente come i Musulmani, dal servizio Militare obbligatorio esclusi.

Mohamed Zeidan, Presidente del Comitato per gli Arabi in Israele, la lotta contro questo disegno di Legge che dice che un tale Regime sarebbe un Cuneo tra Cristiani e Musulmani sport, anche se in realtà si tengono insieme.

Ebrei Ultra-ortodossi hanno protestato contro il servizio Militare

Zeidan ha accusato il Governo israeliano, la Popolazione di colonne: “Si tenta di quello che in Siria, l’Egitto e l’Iraq è successo, per i loro Scopi. Si avvisa prima di una Guerra contro i Cristiani e rendere la Gente di Paura”, si lamenta Zeidan. “Si dice ‘guardatevi dai Musulmani, guardate cosa vi peggio. Dovreste dell’Esercito di unirsi, per voi per proteggere se stessa.’ Ma noi vi diciamo che ci proteggono”.

“Un Popolo, una Cultura”

Mentre il Numero dei Cristiani che, su base volontaria al Servizio dell’Arma di segnalare, sale, vogliono eminenti Membri della Comunità araba di dimostrare l’Unità. In questo Mese ci sarà una Conferenza ecumenica, con Seminari per i giovani. Adib Hazzan greco-ortodossa Comune, insiste sul fatto che il Governo, la Religione per i propri Scopi personali può essere: “è Dovere dei Dirigenti, con questa Materia in modo approfondito. Esse non kleinreden, ma un modo di confrontarsi e di coraggio di affrontare il Problema.”

In definitiva mi sembra un Identitätskrieg, dice Zeidan. Ma: “Ognuno ha la propria Religione. Che vanno in Chiesa, gli altri in Moschea. Ma i nostri Obiettivi che ci uniscono. Siamo un Popolo. Viviamo insieme e abbiamo una Cultura.”

Exit mobile version